Manuscript - Urb.lat.365
ID: 210770
GET RDF

General Information

Library
  • Biblioteca Apostolica Vaticana
Shelfmark
Ocelli nominum
  • Dante Urbinate
Date
  • sec. XV ex.
Dated Mss
  • 1477(?)-1478
Country
  • Italia
Place
  • Urbino e Ferrara
Support
  • membr.
Height
  • 387
Width
  • 241
Extent
  • 301
Overview
  • Dante Alighieri, Divina Commedia.

Description

Collation
  • 30 fascicoli: 1-19 quinioni (ff. 1-10, 11-20, 21-30, 31-40, 41-50, 51-60, 61-70, 71-80, 81-90, 91-100, 101-110, 111-120, 121-130, 131-140, 141-150, 151-160, 161-170, 171-179 [sic], 180-189); 20 quinione con foglio aggiunto (ff. 190-200; f. 196 aggiunto); 21-29 quinioni (ff. 201-210, 211-220, 221-230, 231-240, 241-250, 251-260, 261-270, 271-280, 281-290); 30 ternione (ff. 291-296). Bianchi i fogli di guardia, cartacei, e i ff. 96r-v, 195r-196v, 295v-296v.
Layout
  • Testo a piena pagina.
Foliation
  • ff. I-II, 1-296, III-IV Numerazione in inchiostro bruno, nell’angolo superiore destro dei ff. 1-295; un foglio non numerato dopo f. 176 foliato da mano recente a matita 176 bis. Fogli di guardia e f. 296 non numerati.
Writing - Note
  • Umanistica molto regolare e uniforme di mano di Matteo de’ Contugi da Volterra. Copista estremamente elegante, Contugi fu attivo presso le corti di Mantova, Ferrara e Urbino e probabilmente a Firenze. A Urbino è attestato con certezza negli anni 1477-1486, ma potrebbe esservi giunto anche qualche anno prima. Insieme a Federico Veterani fu uno dei copisti più noti e attivi alla corte dei Montefeltro: oltre al presente manoscritto, la sua firma si ritrova in altri 6 codici urbinati, ovvero Urb. lat. 10 («Manu Matthaei domini herculani de Contugiis de vulterris et caetera», f. 242r), 324 («Manu Matthaei domini Herculani de Contugiis de Vulterris», f. 84r), 336 («Manu Matthaei de Vulterris», f. 155r), 392 («Manu Matthaei de vulterris», f. 264r), 427 e 548 («Manu Matthaei de Contugiis de Vulterris», rispettivamente f. 184r e f. 329v; per tutte le sue sottoscrizioni cf. BÉNÉDICTINS DU BOUVERET, Colophons des manuscrits occidentaux, IV, pp. 166-167, nrr. 13398-13408; DEROLEZ, La codicologie des manuscrits, I, p. 151 n. 291), e alla sua mano è stato attribuito anche l’Urb. lat. 151 (cf. BONICATTI, Contributo al Giraldi, pp. 195-210; ID., Nuovo contributo, pp. 259-269; DE LA MARE, New Research, pp. 449-450 nota 224). Per la sua biografia cf. CRITELLI, Per la carriera di Matteo Contugi, p. 251-265 e Chambers, Matteo Contugi of Volterra, p. 171-198). Nel testo dantesco non pochi sono gli errori, in alcuni casi corretti con espunzione (è il caso più frequente), in altri con lettere o sillabe aggiunte in interlinea, oppure in margine con richiamo, o anche con due o più di questi metodi riuniti. Alcune maniculae (es. ff. 45r, 64v).
Decoration - Note
  • 3 pagine di incipit: f. 1r, con fitta cornice a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosso) delimitata e percorsa da listelli in foglia d’oro, intercalati sia da clipei istoriati e abitati sia da rombi anch’essi abitati; f. 97r, cornice a decorazione mista, sia a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosso), sia con intreccio su lamina metallica aurea, l’una e l’altra con clipei istoriati e abitati; f. 197r, con edicola architettonica animata da putti, decorazioni a grottesche e a candelabra. 119 miniature tabellari comprese entro cornici in foglia d’oro e di varie tinte (in porpora, in verde, in blu, in viola, in azzurro con effetto marmorizzato), oppure entro edicole all’antica ugualmente limitate dalla lamina metallica aurea (ff. 1r, 3v, 6v, 9r, 12r, 14v, 15r, 17v, 20r, 22v, 25r, 28r, 30v, 33r, 36r, 38v, 41r, 43v, 45r, 45v, 49r, 51v, 52r, 54v, 57r, 57v, 60v, 63v, 66v, 69v, 72v, 75r, 78r, 80v, 81r, 84r, 87r, 89v, 90r, 93r, 95v, 97r, 99v, 100r, 102v, 105r, 108v, 109r, 111v, 112r, 115r, 117v, 118r, 120v, 121r, 124r, 126v, 127r, 130r, 132v, 133r, 136r, 139r, 142r, 145r, 147v, 148r, 151r, 154r, 157r, 159v, 160r, 163r, 165v, 166r, 169r, 171v, 172r, 175r, 176bisv, 177r, 180r, 183r, 186r, 189r, 192r, 200r, 203r, 205v, 208v, 211v, 214v, 217v, 220v, 223v, 226v, 229v, 232v, 235v, 238v, 241v, 244v, 247v, 250v, 253v, 256v, 259v, 262v, 265v, 268v, 271v, 274v, 277v, 280v, 283v, 286v, 289v, 292v; mm 160x130, media delle misure). 100 iniziali maggiori di diversa tipologia (ff. 1r, 4r, 6v, 9v, 12r, 15r, 17v, 20r, 22v, 25v, 28r, 30v, 33v, 36r, 39r, 41v, 44r, 45v, 49v, 52r, 54v, 57v, 60v, 63v, 66v, 69v, 72v, 75v, 78r, 81r, 84r, 87r, 90r, 93r, 97r, 100r, 102v, 105r, 109r, 112r, 115r, 118r, 121r, 124r, 127r, 130r, 133r, 136r, 139r, 142r, 145r, 148r, 151r, 154r, 157v, 160r, 163r, 166r, 169r, 172r, 175r, 177r, 180r, 183r, 186r, 189r, 192r, 197r, 200r, 203r, 205v, 208v, 211v, 214v, 217v, 220v, 223v, 226v, 229v, 232v, 235v, 238v, 241v, 244v, 247v, 250v, 253v, 256v, 259v, 262v, 265v, 268v, 271v, 274v, 277v, 280v, 283v, 286v, 289v, 292v; mm 40x35, media delle misure): 5 fitomorfe con corpo in foglia d’oro su campo in blu o in rosso (ff. 1r, 214v, 235v, 262v, 280v); 88 con corpo in foglia d’oro spesso intarsiato e a bianchi girari su fondo policromo (rosso, verde, blu) con fregio della medesima tipologia decorativa oppure decorato con motivo a candelabra; 7 figurate (ff. 49v, 72v, 78r, 106r, 241v, 244v, 253v).
Binding - Note
  • La legatura originaria in broccato giallo, fatta realizzare dal duca Francesco Maria II della Rovere e ricordata nel penultimo indice della biblioteca compilato a Urbino nel 1616 dal bibliotecario Vittorio Venturelli (Vat. lat. 10482, f. 15v), fu sostituita per volere di Clemente XI con l’attuale in velluto rosso ornato di pesanti ornamenti barocchi di metallo dorato, con gli elementi araldici del proprio stemma; il recto del primo foglio di guardia e il verso dell’ultimo sono rivestiti di raso rosso come i contropiatti. Nell’angolo inferiore destro dell’ultimo foglio di guardia tassello cartaceo con indicazione di restauro eseguito nel 1967.
Signatures
  • Assenti.
Catchwords
  • Richiami verticali nel senso alto-basso, vergati con lo stesso inchiostro del testo nel margine inferiore del verso dell’ultimo foglio dei fascicoli, all’interno della colonnina di giustificazione e ornati ai quattro lati con decori a penna, due punti per lato e linee serpentine.
Heraldry
  • Araldica di Federico da Montefeltro: ff. 1r, 97r, 197r, stemma ducale inquartato, nel I e nel IV d’oro all’aquila di nero coronata nel campo, nel II e nel III bandato d’azzurro e d’oro all’aquila di nero sulla I banda d’oro caricato di un palo centrale di rosso con triregno e chiavi decussate; f. 90r, 97r, stemma bandato feltresco, accompagnato da FE(dericus) DVX; ff. 1r, 6v, 41v, 84r, 103r, 197r, 223v, 232v, ermellino con filatterio muto oppure caricato del motto; ff. 1r, 17v, 49v, 97r, 197r, struzzo con filatterio muto oppure caricato del motto e con il chiodo di ferro nel becco; ff. 4r, 15r, 28r, 36r, 44r, 97r, 197r, 229r, 232v, collare dell’Ordine della Giarrettiera, con motto e talvolta accompagnato delle lettere F(edericus) D(ux) o FE(dericus) DVX; f. 9v, 33v, 97r, 109r, 151r, 180r, ramo di ulivo, talvolta accompagnato dalle lettere F(edericus) D(ux); f. 12r, fiammelle inquartate con le lettere FD; f. 20r, 22v, 25v, 30v, 75v, 87r, 93r, 97r, 100r, 127r, 133r, 164r, 183r, 197r, 208v, 220v, 256v, 274v, 292v, bombarda rovesciata ed esplodente, talvolta accompagnata dalle lettere F(edericus) D(ux) o FE(dericus) DVX; ff. 78r, 84r, 118r, 148r, 214v, scopetta, talvolta accompagnata alle lettere F(edericus) D(ux); f. 97r, corona ducale accompagnata dalle lettere F(edericus) D(ux); ff. 97r, 103r, 197r, collare d’oro formato da are accese fra due mete e da tronchi germoglianti; ff. 106r, 115r, 142r, 175r, 189r, 197r, freni, talvolta accompagnati alle lettere F(edericus) D(ux); ff. 139r, 163r, 177r, 238v, FE(dericus) DVX; ff. 172r, 192r, FE(dericus); ff. 235v, 253v, 286v, lettere F(edericus) D(ux).
Motto
  • ff. 1r, 6v, 41v, 84r, 103r, 197r, 223v, 232v, “Non mai”, entro il filatterio dell’ermellino, tuttavia talvolta muto; ff. 1r, 17v, 49v, 97r, 197r, “Hic an vordait en groszen”, entro il filatterio dello struzzo, tuttavia talvolta muto; ff. 4r, 15r, 28r, 36r, 44r, 97r, 197r, 229r, 232v, “Hony soyt quy mal y pense”, entro il collare dell’Ordine della Giarrettiera, tuttavia talvolta muto.
General note
  • Per questo ms. cf. anche C. PONCHIA - F. TONIOLO, Urb. lat. 365, in Catalogo dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. II. I manoscritti Urbinati, a cura di S. MADDALO - E. PONZI, con la collaborazione di C. PANICCIA, Città del Vaticano (Studi e testi), in corso di elaborazione.
Bibliography
  • Bibliografia dantesca, ossia Catalogo delle edizioni, traduzioni, codici manoscritti e comenti della Divina Commedia e delle opere minori di Dante, I-II, a cura di P. C. DE BATINES, Prato 1845-1846 (anche ed. anastatica, I-III, postfazione a cura di S. ZAMPONI et alii, indice dei manoscritti di I. CECCHERINI, Roma 2008 [Biblioteca storica dantesca, 3]), nr. 339; Codices Urbinates Latini, recensuit C. STORNAJOLO, I: Codices 1-500, Romae 1902 (Bibliothecae Apostolicae Vaticanae codices manuscripti recensiti), pp. 335-336; M. RODDEWIG, Dante Alighieri, Die göttliche Komödie. Vergleichende Bestandsaufnahme der Commedia-Handschriften, Stuttgart 1984 (Hiersemanns bibliographische Handbücher, 4), pp. 298-299.
Other name
Language
  • Italiano.
Alphabet
  • Latino.
Colophon
  • Al f. 295r: «Manu Matthaei de contugiis de vulterris et caetera» (cf. BÉNÉDICTINS DU BOUVERET, Colophons des manuscrits occidentaux, IV, p. 166, nr. 13403).

History

History
  • Questo splendido codice fu vergato da Matteo Contugi entro l’inizio del 1478: in una lettera al marchese di Mantova Federico Gonzaga, suo antico signore e protettore, datata 16 ottobre 1478, egli racconta infatti di essere stato inviato da Ottaviano Ubaldini a Ferrara a sollecitare presso la bottega di Guglielmo Giraldi il completamento della decorazione di alcuni manoscritti da lui copiati, tra i quali appunto il codice dantesco («Lo Ill. Sig. Ottaviano me ha mandato qui a Ferrara per fare finire certe opere che sono qui al miniatore di mia mano, et maxime uno Dante [...]», Mantova, Archivio di Stato, E.XXXI.3.B.1229; cf. Il Dante Urbinate, p. 56, tav. X). In seguito Giraldi si recò a Urbino portando con sé il manoscritto non ancora ultimato; ad un certo punto, verosimilmente tra il 1480 e il 1481, intervenne un nuovo miniatore che continuò l’opera di Giraldi fin quasi all’inizio della seconda cantica, ma con la morte di Federico, nel 1482, l’illustrazione del manoscritto si interruppe. In tale stato di incompletezza il codice resterà fino all’inizio del XVII secolo, allorché il duca Francesco Maria II della Rovere ne affidò il compito di terminarlo ad uno dei suoi miniatori e lo fece riccamente rilegare in broccato giallo (cf. Il Dante Urbinate, p. 42). Nel cosiddetto Indice vecchio, compilato intorno al 1487 dal bibliotecario Agapito, il codice viene elencato tra i «Libri non ligati in membrana» (Urb. lat. 1761, f. 118r: «[D]antis Comoediae tres ornatissimae quint. 30»; edito in Codices Urbinates Graeci Bibliothecae Vaticanae, recensuit C. STORNAJOLO, Accedit Index vetus Bibliothecae Urbinatis nunc primum editus, Romae 1895 [Bibliothecae Apostolicae Vaticanae codices manuscripti recensiti], pp. IX-CXCIX). La collezione dei duchi di Urbino giunse in Vaticana nel 1657 sotto il pontificato di Alessandro VII. Timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana ai ff. 1v, 97v, 197v, 295v.

Links

Administrative Information

Source of information
  • Il Dante Urbinate della Biblioteca Vaticana (codice Urbinate latino 365), I, introduzione di L. MICHELINI TOCCI, con una premessa di M. SALMI e una nota filologica di G. PETROCCHI, Città del Vaticano 1965, pp. 35-45; La Divina Commedia di Federico da Montefeltro. Il Dante Urbinate, Urb. lat. 365. Commentario, a cura di A. M. PIAZZONI, Città del Vaticano – Modena – Roma 2020.
UP
Powered by

This site uses cookies. Some of these are essential for the proper operation of the site. For more details see the Cookie Policy.
Closing this banner, scrolling this page, clicking on a link, clicking the button "Accept" or continuing navigation in any other way, you consent to the use of cookies.